Secondo uno studio pubblicato su iScience e condotto dalle dottoresse Prue Talbot e Atena Zahedi della University of California, l’uso della sigaretta elettronica potrebbe provocare stress o danni alle cellule staminali neuronali. Sull’argomento, proprio stamane sono intervenuti il prof. Giovanni Li Volti e il prof. Massimo Caruso del CoEHAR.

Siamo alle solite – hanno infatti spiegato i due esperti del CoEHAR – il punto non è lo studio e le tecniche utilizzate, che sembrano ottime, ma gli standard seguiti che non sono comuni a tutti gli altri studi“. 

“Nello specifico- ha spiegato Massimo Caruso, Docente di Patologia e Immunopatologia presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Catania – questo studio ha due handicap rilevanti. Non si evidenzia nessuna comparazione con le sigarette convenzionali (e questo non consente la valutazione immediata degli effetti relativi) ed il protocollo utilizzato per la valutazione dei vapori di sigaretta elettronica è non conforme a tutti gli standard stabiliti dai maggiori organi di riferimento in campo tossicologico per lo studio delle e-cig. Lo strumento utilizzato per la valutazione dei liquidi è una smoking machine, non invece una vaping machine, ideale per il monitoraggio dei liquidi”.

“Ciò che si evidenzia anche questa volta è che la realtà dell’esposizione che si ottiene non è quella che si replica con gli esseri umani – ha spiegato il prof. Giovanni Li Volti, Docente di Biochimica del Dipartimento Scienze Biomediche e Biotecnologiche e project leader del CoEHAR -Tra i progetti presentati lo scorso 24 Giugno a Catania dal CoEHAR c’è il Replication Study, il primo studio di valutazione al mondo che consiste nella replicazione in 7 paesi dei più noti studi sui prodotti a rischio ridotto condotti senza alcuno standard di riferimento. Il nostro obiettivo è quello di verificare se, utilizzando standard di riferimento validati, i risultati saranno ancora gli stessi”.