L’utilizzo delle sigarette elettroniche è efficace per smettere di fumare e riduce i danni fumo correlati fino all’85%. Ma quali sono le alternative utili per chi non riesce a smettere poi anche di svapare? A questa domanda risponde il CoEHAR con il primo studio al mondo che valuta l’utilizzo della vareniclina come farmaco efficace per arrivare al super goal della cessazione completa. 

L’utilizzo delle sigarette elettroniche è efficace per smettere di fumare e riduce i danni fumo correlati fino all’85%. Ma quali sono le alternative utili per chi non riesce a smettere poi anche di svapare? A questa domanda risponde il CoEHAR con il primo studio al mondo che valuta l’utilizzo della vareniclina come farmaco efficace per arrivare al super goal della cessazione completa. 

Catania, 11 Maggio 2023 – Tra i metodi di cessazione tabagica più conosciuti a livello internazionale, l’utilizzo combinato della vareniclina (un farmaco che aiuta a contenere il desiderio di nicotina) e del supporto psicologico, dà ottimi risultati in termini di astinenza nel lungo periodo. La sempre maggiore diffusione dei dispositivi elettronici a rilascio di nicotina, come le sigarette elettroniche, meno dannose delle sigarette tradizionali e con condizioni di utilizzo che mimano la gestualità e la ritualità del fumare, pone il quesito di valutare alternative valide anche per far smettere chi poi non riesce più ad abbandonare le sigarette elettroniche. Sebbene, infatti, siano disponibili linee guida per accompagnare i pazienti verso la cessazione da fumo, non esistono ancora raccomandazioni utili per gli utenti che non riescono a smettere di svapare. Il passaggio dal fumo alle elettroniche è infatti considerato un importante passo avanti verso la riduzione del danno ma, come auspicato da tutta la comunità scientifica, la cessazione completa rappresenta comunque la meta finale. 

Per valutare se i metodi validi per il fumo di sigaretta potessero avere un riscontro positivo anche per gli svapatori, i ricercatori del CoEHAR hanno valutato lapproccio combinato della vareniclina e del supporto psicologico su un gruppo di 140 svapatori di sola sigaretta elettronica, analizzando i tassi di astinenza sia durante la fase di trattamento farmacologico sia nel successivo follow up, attraverso la rilevazione oggettiva salivare di uno specifico marcatore biochimico, la cotinina.

I risultati ottenuti dallo studio “Varenicline and counseling for vaping cessation: A double-blind, randomized, parallel- group, placebo-controlled trial, hanno evidenziato la necessità di valutare nuove linee di intervento per gli svapatori esclusivi ma i tassi di astinenza rilevati hanno dimostrato percentuali molto alte (40% nella primo periodo e 34.3% nel secondo). La vareniclina dunque può essere un valido alleato per diminuire o raggiungere la cessazione completa da fumo elettronico, presentando al contempo un profilo di sicurezza elevato per chi la assume.

Considerando il campione di svapatori che abbiamo incluso nello studio, abbiamo dimostrato la capacità della vareniclina combinata al supporto psicologico di raddoppiare le possibilità di smettere anche di svapare in individui altamente motivati e tutti ex fumatori di sigaretta tradizionale” – spiega Pasquale Caponetto, docente di psicologia clinica del Dipartimento di Scienze della Formazione, dell’Università di Catania e primo autore dello studio. 

Siamo di fronte a una nuova frontiera della ricerca scientifica applicata alla cessazione – spiega il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR – Stabiliamo definitivamente il principio che il vaping non rappresenta una sostituzione di una dipendenza con unaltra ma un approccio di riduzione del danno che può condurre alla cessazione definitiva”.

LO STUDIO

Particolare attenzione è stata posta nella ricerca e selezione dei partecipanti: sono stati inclusi solo svapatori adulti che utilizzano sigarette elettroniche quotidianamente e con alle spalle almeno un tentativo di cessazione fallito. Tuttavia la caratteristica del campione fa emergere un’altra informazione rilevante, nessuno di loro aveva iniziato con la sigaretta elettronica e si erano appoggiati ad essa per smettere di fumare sottolineando così ancora una volta il ruolo della sigaretta elettronica come elemento di cambiamento e di health empowerment. Divisi in due gruppi, a cui è stata somministrata in maniera randomizzata la vareniclina o un placebo, è stata poi fornita assistenza psicologica da professionisti della cessazione, esperti di dipendenza da nicotina e di vaping, per massimizzare l’efficacia del trattamento farmacologico. L’astinenza prolungata è stata verificata attraverso la misurazione dei livelli di cotinina presenti nella saliva dei partecipanti.

La strategia è stata fornire ai partecipanti un approccio combinato, grazie a un piano di cessazione strutturato e comprendente una riduzione dellattività di svapo, supporto motivazionale, luso di un farmaco specifico e incontri frequenti per valutare i progressi – aggiunge il prof. Polosa – un approccio necessario per mantenere alta la motivazione dei partecipanti, verificare eventuali effetti collaterali ed alleviare stati craving, di ansia o stress che aumentano le possibilità di una ricaduta.

Nessun partecipante dello studio è ricaduto nel vizio del fumo di sigaretta. Nonostante questi risultati promettenti, sono necessari ulteriori studi per valutare i tassi di astinenza nel lungo periodo. 

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