Per due giorni, il 10 e l’11 novembre, Catania è diventata la capitale mondiale della ricerca su diabete e fumo. Al Plaza Hotel si è svolto il primo Delphi Consensus Meeting del Collegium Internationale Diabetologicum — un evento senza precedenti — che ha riunito oltre 40 esperti internazionali per affrontare i temi della cessazione da fumo e della riduzione del danno nei pazienti con diabete di tipo 2.
L’iniziativa, parte del progetto PNRR HEAL Italia, è stata organizzata in collaborazione con il CoEHAR – il Centro di Eccellenza per l’Accelerazione della Riduzione del Danno dell’Università di Catania – che ha guidato i lavori, confermando il ruolo di preminenza internazionale nella ricerca sulle strategie per ridurre i rischi correlati al fumo.
Il Metodo Delphi: costruire consenso per migliorare la cura
Al centro dell’incontro, l’utilizzo del metodo Delphi — un approccio scientifico che armonizza le opinioni di esperti provenienti da diversi Paesi per raggiungere un consenso condiviso su questioni cliniche complesse.
Coordinati dal Prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, e da AIM Education, grazie al progetto europeo di HEAL Italia del Governo italiano, i gruppi di lavoro hanno affrontato temi cruciali: la prevalenza del fumo tra i pazienti diabetici, i suoi effetti sul metabolismo e sulle complicanze vascolari, e gli interventi farmacologici, comportamentali e di riduzione del danno.
“Il metodo Delphi ci permette di tradurre le migliori evidenze scientifiche in raccomandazioni concrete, creando un linguaggio comune tra esperti e clinici di tutto il mondo”, ha spiegato Polosa.
Il progetto Diasmoke
Il CoEHAR si conferma ancora una volta il centro di riferimento globale per la ricerca sull’impatto del fumo nei pazienti diabetici. Con il progetto Diasmoke, coordinato dal team catanese, oltre 4.000 pazienti diabetici fumatori di quattro Paesi diversi sono stati coinvolti per valutare gli effetti del passaggio dalle sigarette tradizionali ai prodotti a rischio ridotto. I risultati preliminari mostrano un miglioramento significativo del controllo glicemico e della salute cardiovascolare, confermando la validità delle strategie di riduzione del danno come supporto concreto alla cessazione dal fumo.
Dalle linee guida al consenso internazionale
Le discussioni del Collegium si sono basate sulle linee guida internazionali per la cessazione dal fumo nei pazienti con diabete di tipo 2, sviluppate dal DiaSmokeFree Working Group del CoEHAR.
Il documento offre indicazioni pratiche per integrare la cessazione dal fumo nella gestione del diabete, tra cui: screening sistematico dello status di fumatore; valutazione integrata del rischio cardiovascolare e metabolico; interventi farmacologici e comportamentali combinati; monitoraggio post-cessazione di glicemia, pressione arteriosa e peso; e strategie di riduzione del danno per i pazienti incapaci di smettere immediatamente.
Una rete globale di esperti
Durante la sessione a porte chiuse del Collegium, 36 esperti di fama internazionale si sono riuniti per definire nuove priorità di ricerca e raccomandazioni operative.
Sono intervenuti anche Rachel Ashton, Alison Martin, Jacob George, Antonio Ceriello, Edward Franek, Viswanathan Mohan, John Ioannidis, Lisa Chow, Stefano Del Prato, Richard Donnelly, John Buse, Venera Tomaselli, Christoph Schmitt, Guang Ning e Peter Schwarz — a dimostrazione della portata globale del progetto.
Un passo avanti per la salute globale
Il Collegium ha delineato la struttura di un documento di consenso internazionale, che sarà pubblicato nei prossimi mesi e fungerà da punto di riferimento per la comunità scientifica.
Uno sforzo collaborativo, multidisciplinare e aperto, che conferma il ruolo del CoEHAR e dell’Università di Catania come pionieri della ricerca al servizio della salute pubblica.
“Integrare la riduzione del danno nelle strategie di cura del diabete significa migliorare la qualità della vita e ridurre la mortalità legata al fumo”, ha concluso il Prof. Polosa. “Grazie al CoEHAR, Catania sta guidando un cambiamento destinato ad avere un impatto globale.”
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