Scopri di più sull'articolo Covid-19: svapo aumenta le probabilità di contagio di solo l’1% 
Quale rischio si corre a stare seduti di fianco a uno svapatore senza mascherina? Un nuovo studio di-mostra che svapare aumenta le probabilità di contagio da Covid-19 di solo l’1% rispetto al semplice respirare LINK: https://link.springer.com/article/10.1007/s11356-022-20499-1 Catania, 30 giugno 2022- Le restrizioni adottate durante i periodi più difficili della pandemia stanno piano piano scomparendo, ma la paura del contagio a causa dell’infezione da Covid-19 alimenta ancora molti dubbi tra i cittadini di tutte le nazioni. Sarà sicuro mangiare nei ristoranti o frequentare luoghi chiusi? Qual è il livello di rischio associato a qualsiasi attività sociale che si svolge in spazi al coperto? Sorprendentemente, non abbiamo molti dati statistici sulla trasmissione del Covid-19 attraverso l’aerosol prodotto dalle sigarette elettroniche ed esalato dai vapers. Un dato importante da dedurre: la crescente popolarità del fumo elettronico come valido sostituto del fumo tradizionale e la possibili-tà di poter utilizzare tali dispositivi in luoghi chiusi solleva delle domande sul possibile rischio di tra-smissione aerea del SARS-CoV-2 attraverso l’aerosol delle ecig. Un pool di ricercatori internazionale ha sviluppato un modello di rischio teorico per spiegare come la visibilità dell’aerosol esalato abbia conseguenze in termini di sicurezza, diversamente da quanto acca-de per altre attività respiratorie. Lo studio ““Analytic modeling and risk assessment of aerial transmis-sion of SARS-CoV-2 virus through vaping expirations in shared micro-environments”, ha analizzato il ri-schio di contagio in due distinti scenari al chiuso, un ristorante e una abitazione, sottoposti a ventila-zione meccanica o naturale, al cui interno si trovano persone con e senza mascherina. Incredibilmente, le persone di fianco a un vaper infetto che svapa, sia in casa che al ristorante, incor-rono in un rischio di contrarre il Covid di solo l’1% maggiore rispetto a quello valutato per la normale attività respiratoria al chiuso (senza dunque l’aggiunta dell’abitudine allo svapo). Un rischio che si alza al 5-17% per lo svapo ad alta intensità e oltre il 260% se prendiamo in considerazione un’attività co-me il parlare per lungo periodo o il tossire. Dati che devono essere valutati e adattati considerando fattori come le mutazioni del virus, lo stato di vaccinazione dei soggetti e i fattori ambientali (variazioni di temperatura ed umidità, inquinamento dell’aria e dinamica atmosferica). I ricercatori, data la mancanza di dati empirci in materia, hanno as-sunto come ipotesi di lavoro che tutte le attività respiratorie fossero ugualmente influenzate da tali fattori. “È ormai noto come il Covid-19 sia una patologia che si trasmette prevalentemente attraverso piccolo particelle nell’aria” ha spiegato Robert Sussman, professore di fisica presso l’Università nazionale del Messico “studiare quali attività respiratorie comportino un rischio ulteriore di contagio è fondamen-tale. Il modello di rischio adottato nello studio, anche con specifiche limitazioni, dimostra come il va-ping aggiunga solo l’1% di rischio di contagio, se valutato all’interno di luoghi al chiuso come case o ristoranti. Inoltre, coloro che si trovano nelle immediate vicinanze di un vaper infetto possono visualiz-zare concretamente l’aerosol emesso e ciò rappresenta un’ulteriore precauzione intuitiva che può aiu-tarli ad evitare le particelle infette”. “Smettiamola di stigmatizzare gli svapatori” ha aggiunto il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoE-HAR “Questo è il primo studio a valutare in via teorica il rischio connesso allo svapare in luoghi: ov-viamente, È bene considerare la pandemia da Covid-19 come a un fenomeno complesso , dunque, e il modello che abbiamo sviluppato necessita di essere aggiustato sulla base di possibili varianti, di misure di pre-cauzione come le mascherine e dello stato vaccinale. Tuttavia, è chiaro che il vaping aggiunge solo una esigua percentuale di rischio di contagio, molto meno di normali attività respiratorie quali il tos-sire. In un momento così cruciale, durante il quale tutti stanno cercando di tornare alla normalità, è importante ricordarsi che dobbiamo avere fiducia nella scienza e nello sviluppo di soluzioni mediche che mettano la parola fine alla pandemia, invece di preoccuparsi di abitudini, come il vaping, che possono salvare la vita di migliaia di fumatori in tutto il mondo”. IL MODELLO DI RISCHIO: UNO STUDIO INNOVATIVO Lo studio ha considerato i dati dedotti dai volumi respiratori esalati, i tassi di emissione, il tipo di goc-cioline respiratorie emesse e la distanza di diffusione delle esalazioni, nonché la relativa visibilità. I ri-cercatori si sono concentrati sul valutare l’esposizione al virus trasportato potenzialmente da una mas-sa di goccioline, le cosiddette droplet, in spazi al coperto, senza considerare se l’eventuale esposizio-ne sia diretta o indiretta. È lecito, infatti, ritenere che le persone che si trovano a contatto in luoghi al chiuso riescano ad evita-re l’esposizione diretta ai flussi respiratori e dunque possano essere soggette perlopiù ad esposizione indiretta a causa di goccioline essiccate note nella letteratura medica con il nome di “aerosol”. Un al-tro aspetto da valutare è la significativa diminuzione del tempo di esposizione dovuta alla natura in-termittente ed episodica dello svapo. Diversi gli scenari considerati: uno scenario domestico (un vaper infetto e tre possibili famigliari espo-sti) e un ristorante con almeno 30 avventori, valutato sia in condizioni di ventilazione naturale (porta aperta) sia in condizioni di ventilazione meccanica. Nella valutazione del rischio, l’uso della mascherina non è stato considerato. Anche se si valutano sce-nari quali bar e ristoranti, è probabile che gli avventori rimangano senza mascherina per periodi di tempo prolungati, per mangiare o bere (così come avviene se devono usare le ecig). Una volta lontano dalla zona di esposizione diretta (visibile e delineata per lo svapo), chi si trova nell’area e indossa una mascherina, sarebbe sottoposto allo stesso rischio di esposzione indiretta come negli spazi in cui non si svapa. Le esalazioni di aerosol conseguenti al vaping rappresentano un aumento minimo del rischio rispetto alla respirazione continua a casa o al ristorante (rispettivamente 1% di rischio aggiunto e 5-17% per lo svapo a bassa e alta intensità). La possibilità di visualizzare l’aerosol agisce come una sorta di fattore protettivo, evitando o diminuendo il rischio di esposizione diretta.

Covid-19: svapo aumenta le probabilità di contagio di solo l’1% 

ncredibilmente, le persone di fianco a un vaper infetto che svapa, sia in casa che al ristorante, incorrono in un rischio di contrarre il Covid di solo l’1% maggiore rispetto a quello valutato per la normale attività respiratoria al chiuso (senza dunque l’aggiunta dell’abitudine allo svapo). Un rischio che si alza al 5-17% per lo svapo ad alta intensità e oltre il 260% se prendiamo in considerazione un’attività come il parlare per lungo periodo o il tossire.

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Stati Uniti: dati attestano la fine dell’epidemia di svapo tra i più giovani e dell’abitudine al fumo

L'uso della sigaretta elettronica tra gli adolescenti negli Stati Uniti è considerato uno dei più importanti problemi di salute pubblica. Ciononostante, i dati federali dimostrano che, rispetto al picco epidemico del 2019, il numero di svapatori minorenni è incredibilmente diminuito insieme al numero di fumatori. 

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La vareniclina aumenta le probabilità di smettere di fumare tra i diabetici

Un trial clinico randomizzato ha valutato l’utilizzo della vareniclina (Chantix), in combinazione con supporto psicologico professionale, tra i fumatori affetti da diabete: il farmaco ha aumentato in maniera significativa le possibilità di riuscita nei percorsi di smoking cessation per 300 fumatori affetti da diabete mellito di tipo 2

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Fumo e diabete, lacune nella letteratura di settore

Una review condotta da un team di ricercatori europei ha rivelato lacune nella letteratura scientifica di settore, soprattutto in merito agli effetti a livello metabolico del fumo e dello smettere di fumare sulla patologia. I professionisti del settore sanitario non dovrebbero presumere che dire addio al fumo comporti necessariamente un miglioramento dei parametri metabolici tra coloro che hanno il diabete

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No Tobacco Day, 31 maggio 2022: fumatori in aumento, servono risposte concrete 

I dati forniti ieri dal Ministero della Salute italiano fotografano un Paese di nuovi fumatori: 800 mila in più rispetto al 2019. Tra loro, più donne e più giovani. In aumento anche il numero di utilizzatori di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato. “Un disastro atteso, già annunciato dai nostri dati pubblicati nel 2020 con uno studio condotto proprio durante la fase acuta del Covid19. Da allora, nessuna politica di prevenzione, nessuna risposta in merito da parte della autorità sanitarie italiane. Documentare i disastri non è abbastanza, bisogna proporre soluzioni alternative ed efficaci” - cosi Riccardo Polosa

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Catania, capitale mondiale della ricerca antifumo: il murales del CoEHAR

Come dimostrazione tangibile del ringraziamento alla città che ha segnato l'inizio del cambiamento, questa mattina in viale A. Doria (altezza INFN Istituto di Fisica Nucleare) è stato presentato il "CoEHAR murales", l'opera artistica realizzata dal collettivo "MaleTinte" grazie al patrocinio del Comune di Catania e della Lega Italiana Anti Fumo LIAF e al sostegno della BCC Banca di Credito Cooperativa di Regalbuto e del gruppo PPG Italia.

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CoEHAR e ANPVU alla Commissaria Kyriakides: ecig utili per la lotta al tabagismo

Il fondatore del CoEHAR, prof. Riccardo Polosa ed il presidente di ANPVU, Carmine Canino, hanno inviato una lettera indirizzata alla Commissaria europea per la salute, Stella Kyriakides, per rispondere alle assurde dichiarazioni in merito all'efficacia delle sigarette elettroniche nei percorsi per smettere di fumare.

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Algoritmo per la gestione dei pazienti fumatori sviluppato dal COEHAR in collaborazione con i giganti della pneumologia mondiale

Nel complesso, secondo i dati raccolti, gli autori ritengono che smettere di fumare si traduca in un effetto positivo per quanto riguarda la salute respiratoria dei pazienti asmatici: i sintomi dell’asma tendono a migliorare significativamente mano a mano che si allunga il periodo di astinenza dalla sigaretta. Gradualmente, la qualità della vita aumenta progressivamente con il diminuire delle esacerbazioni di malattia.

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31 Maggio 2022 – Conferenza nazionale del CoEHAR per il No Tobacco Day

Martedì 31 Maggio 2022, in occasione del No Tobacco Day, il CoEHAR Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell'Università di Catania organizza la prima Conferenza nazionale sulla riduzione del danno da fumo dal titolo “Rischi e benefici dei prodotti senza combustione”.

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Studio CoEHAR sui liquidi aromatizzati: rischio ridotto dell’80%

I risultati dello studio pubblicati dalla rivista scientifica “Drug Testing & Analysis” dimostrano la totale assenza di contaminanti da plastiche (micro e nano-plastiche) e un contenuto di metalli al di sotto dei livelli consentiti dall’OMS per le acque minerali.

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