CATANIA, 22 agosto 2018 – Un nuovo studio pubblicato sull’International Journal of Chronic Obstructive Pulmonary Disease, e guidato dal prof. Riccardo Polosa, direttore del CoEHAR – Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università degli Studi di Catania, suggerisce chel’uso di sigarette elettroniche può invertire alcuni dei danni derivanti dal fumo di tabacco nei pazienti con broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO). Inoltre, l’uso della e-cig sembra migliorare i parametri obiettivi e soggettivi della BPCO anche nel lungo periodo.
In uno studio durato 3 anni, gli investigatori hanno condotto una rivalutazione prospettica delle variazioni dei parametri respiratori oggettivi e soggettivi in un totale di 44 pazienti con BPCO, confrontando 22 pazienti che avevano smesso di fumare o avevano sostanzialmente ridotto grazie all’utilizzo della e-cig, e 22 pazienti di controllo che invece erano fumatori che non usavano la e-cig al momento dello studio. I risultati convincenti della ricerca hanno mostrato che i pazienti con BPCO che passavano alla sigaretta elettronica presentavano effetti positivi anche dopo 3 anni. Ecco quali:
- Riduzione significativa dell’uso di sigarette di tabacco (da una media di 21,9 sigarette al giorno a una media di 2 sigarette al giorno a un anno di follow-up);
- Attenuazione marcata delle infezioni respiratorie e delle riacutizzazioni della BPCO, con una fisiologia respiratoria non aggravata dall’uso della e-cig;
- Miglioramento costante dello stato di salute generale e delle performance di attività fisica;
- Tasso di recidiva alla sigaretta di tabacco molto basso (solo l’8,3% dei pazienti è ritornato a fumare)
È importante sottolineare che persino i pazienti affetti da BPCO che usavano la e-cig ma continuavano a fumare sigarette convenzionali (dual user), riducevano il consumo giornaliero di sigarette convenzionali di almeno il 75%, e mostravano miglioramento nei parametri respiratori e nella qualità della vita.
Sebbene la dimensione del campione nello studio fosse relativamente piccola, i risultati potrebbero fornire prove preliminari che l’uso a lungo termine della e-cig non dovrebbe comportare gravi problemi di salute nei pazienti con BPCO.
La BPCO è una malattia polmonare cronica e progressiva, molto invalidante e non del tutto reversibile, causata soprattutto dal fumo di sigaretta, e che in Italia colpisce circa 3 milioni di persone. “Smettere di fumare è dunque una strategia chiave non solo per prevenire l’insorgenza della BPCO, ma anche per fermare la sua progressione verso stadi più gravi della malattia – ha commentato Polosa – dato che molti pazienti con BPCO continuano a fumare nonostante i loro sintomi, la sigaretta elettronica potrebbe essere un’alternativa efficace e sicura alle sigarette di tabacco anche in questa popolazione vulnerabile. Durante il periodo di osservazione di 3 anni, solo due pazienti (8,3%) hanno ripreso a fumare, ed entrambi i pazienti erano già dual user“, ha aggiunto.
Questa è una considerazione importante, poiché nelle popolazioni di fumatori con BPCO i programmi antifumo standard hanno scarsa efficacia a causa dell’elevato tasso di recidive.
Il dott. Pasquale Caponetto, co-autore dello studio, suggerisce che il basso tasso di recidiva dei fumatori con BPCO passati a e-cig è dovuto al fatto che: “questi strumenti riproducono l’esperienza del fumo e i rituali accompagnatori con grandi effetti compensativi sia fisici che comportamentali”.
In termini di miglioramento della salute, il co-autore dott. Massimo Caruso sostiene che “il dimezzamento delle riacutizzazioni della BPCO nei pazienti che avevano smesso o ridotto considerevolmente l’uso di sigarette di tabacco dopo il passaggio alla e-cig è una scoperta straordinaria che conferma il potenziale di inversione del danno di questi prodotti”.
Il lavoro intrapreso da Polosa e colleghi contribuisce alla crescente letteratura in questo campo, riconoscendo che la sigaretta elettronica è molto meno dannosa dei prodotti a tabacco combustibile.