I ricercatori del CoEHAR hanno appena pubblicato i nuovi dati del progetto SMILE, ad oggi uno dei più importanti trial clinici randomizzati dedicati allo studio delle variazioni della salute orale nei fumatori resistenti. Il progetto ha valutato i cambiamenti a livello di infiammazione gengivale, colore dei denti, accumulo di placca e insorgenza di patologie dentali, analizzando anche gli effetti derivanti dall’utilizzo di prodotti a rischio ridotto.

LINK alla pubblicazione 

Elementi chiave emersi dallo studio:

  • Differenze significative tra Paesi in termini di infiammazione gengivale, colore dei denti, placca dentale e pigmentazione.
  • I fumatori italiani hanno mostrato denti più bianchi, mentre i partecipanti indonesiani presentavano i livelli più bassi di infiammazione gengivale e placca, suggerendo che le differenze possano derivare da fattori culturali, dal tipo di sigarette utilizzate (come le “kretek”) e dalle abitudini di igiene orale.
  • Età, sesso, etnia ed esposizione cumulativa al fumo sono risultati predittori fondamentali della salute gengivale e della tonalità dentale.

Lo SMILE Cohort Study, avviato nell’ottobre 2021 e coordinato dal CoEHAR di Catania, è stato condotto in quattro aree geografiche differenti: Italia, Polonia, Moldavia e Indonesia.

L’obiettivo era valutare i parametri di salute del cavo orale — come il colore dei denti, l’infiammazione gengivale e la placca dentale — in fumatori che non riuscivano a smettere, osservando anche i cambiamenti clinici derivanti dalle strategie di riduzione del danno.

È noto che una scarsa igiene orale o comportamenti non salutari possono alterare l’equilibrio del cavo orale, favorendo l’accumulo di placca, responsabile di patologie come gengiviti o parodontiti. Il fumo rappresenta uno dei principali fattori di rischio, poiché aumenta l’accumulo di placca fino a 5–20 volte rispetto ai non fumatori.

Lo studio — uno dei più ampi mai realizzati sulla salute orale dei fumatori — ha coinvolto 460 adulti fumatori, suddivisi in maniera casuale in due gruppi: il primo ha continuato a fumare sigarette tradizionali, il secondo è passato ai prodotti privi di combustione.

Le valutazioni iniziali, le cinque visite di controllo e i dati raccolti tramite diari e app dedicate hanno incluso l’analisi dell’MGI (Indice Gengivale Modificato), la misurazione della placca tramite fluorescenza indotta dalla luce, la spettrofotometria digitale per monitorare il colore dei denti e altri parametri relativi alla salute e all’igiene del cavo orale.

Questi dati di partenza supporteranno l’obiettivo principale di SMILE: determinare se i fumatori che passano a prodotti senza combustione possano ottenere miglioramenti misurabili nella salute gengivale, nella placca e nell’estetica dentale in 18 mesi”, spiega Giusy La Rosa, tra le autrici della pubblicazione. “Ciò che osserviamo nello SMILE Study è che i fumatori provenienti da diversi Paesi mostrano profili distinti in termini di infiammazione gengivale, accumulo di placca e discromie dentali. Fattori che sembrano essere fortemente influenzati dalle abitudini culturali legate al fumo, dal tipo di prodotti utilizzati e dall’esposizione cumulativa.

Il nostro campione ha incluso 460 fumatori adulti quotidiani tra i 18 e i 50 anni, tutti con almeno cinque anni di fumo regolare e senza parodontite severa, reclutati in Italia, Polonia, Moldavia e Indonesia e valutati attraverso procedure centralizzate e armonizzate.

Utilizzando tecnologie standardizzate come la QLF imaging e spettrofotometria digitale, siamo riusciti a ottenere misurazioni oggettive e riproducibili della salute orale.

Clinicamente, questi risultati evidenziano quanto sia importante personalizzare le strategie di prevenzione e mostrano che i marcatori estetici e infiammatori possono rappresentare forti leve motivazionali per smettere di fumare“.

Sono emerse differenze significative tra i partecipanti dei vari Paesi in base a età, sesso, intensità del consumo di sigarette e nei valori dell’indice WID (Whitening Index Degree) e dell’indice gengivale MGI. Gli italiani presentavano i valori WID più alti, mentre gli indonesiani mostravano i livelli più bassi di MGI e di placca, probabilmente per influenze culturali, comportamentali o legate ai prodotti utilizzati.

Il minor accumulo di placca osservata nel gruppo indonesiano è coerente con i valori più bassi di MGI e potrebbe riflettere, in via ipotetica, migliori pratiche di igiene orale, l’ampio uso di sigarette kretek contenenti chiodi di garofano o fattori dietetici che inibiscono la formazione di placca.

Lo studio evidenzia inoltre che il fumo — qualunque ne sia la tipologia — è associato a condizioni gengivali peggiori ed a un progressivo ingiallimento dentale. Le donne, generalmente più attente all’igiene, hanno mostrato denti più chiari, mentre età avanzata ed esposizione cumulativa al fumo si traducono in denti più scuri e gengive più danneggiate.

Nonostante le differenze riscontrate tra i centri, il disegno di studio rigoroso e le procedure standardizzate e la formazione omogenea dei ricercatori hanno garantito l’affidabilità dei dati. Le variazioni osservate non indeboliscono lo studio, ma ne aumentano la validità esterna, dimostrando come il danno orale da fumo si manifesti diversamente in contesti culturali e personali differenti.

Il progetto SMILE è unico nel suo genere e ha posto le basi per implementare in maniera efficace le linee guida sulla cessazione per i fumatori. Le prossime pubblicazioni della SMILE Cohort analizzeranno le variazioni nel tempo della salute orale tra chi continua a fumare, chi passa a prodotti a rischio ridotto e i non fumatori, offrendo un confronto completo sui possibili benefici della riduzione del danno” conclude il Fondatore del CoEHAR, prof. Riccardo Polosa.

Ai seguenti link, le altre pubblicazioni del progetto SMILE per scoprire di più sull’attività di ricerca:

SMILE STUDY CONFERMA CHE GLI UTILIZZATORI ESCLUSIVI DI PRODOTTI PRIVI DI COMBUSTIONE HANNO UN ACCUMULO DI PLACCA INFERIORE RISPETTO AI FUMATORI

Carie dentale: l’utilizzo della fluorescenza quantitativa indotta da luce come metodo di rilevamento precoce 

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